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Effetto Zeigarnick

 

Buongiorno a tutti e benvenuti ad una nuova puntata del podcast di Niente Paura.

Avete mai fatto caso al fatto che gli esseri umani ricordano sempre i sospesi e tendono a dimenticare ciò che hanno concluso o raggiunto? Come si spiega questo fenomeno? Influenza anche altri aspetti della nostra vita?

Scopriamolo insieme!

 

L’argomento del giorno

 

Molti obiettivi che vogliamo raggiungere richiedono molto tempo e molto impegno, ad esempio laurearsi richiede un impregno minimo di cinque anni in cui non abbiamo una ricompensa (o rinforzo) immediato ma lo abbiamo dopo gli anni richiesti per il conseguimento del titolo di studi.

Questo tipo di impegno richiede una gratificazione ritardata, ma dato che è la gratificazione immediata è più potente, come mai chi sceglie la gratificazione ritardata ha così tanta costanza da riuscire a raggiungere il risultato?

Mi spiego meglio con un esempio: dato laurearsi richiede una gratificazione ritardata (cinque anni di impegno prima della proclamazione di laurea) come si resiste al desiderio di fare altro, di uscire con gli amici, di andarsi a divertire (gratificazione immediata) invece di studiare?

Il malessere necessario e anticipato che si prova nell’avere un sospeso (lo studio nel nostro esempio) ed il benessere collegato alla sua conclusione (la proclamazione di laurea) come si spiegano? Perché si ha sufficiente forza di volontà per inseguire un risultato lontano malgrado le gratificazioni più imminenti (le uscite con gli amici)?

Tutto si spiega grazie alla scoperta dell’effetto Zeigarnick.

L’effetto Zeigarnick è uno degli esempi più conosciuti della psicologia della Gestalt (ovvero una delle scuole di pensiero più importanti della psicologia moderna) ed un qualcosa che tutti noi abbiamo notato nella vita di tutti i giorni.

Nel 1927 la psicologa russa Bluma Zeigarnick notò un particolare nei camerieri di un ristorante di Vienna ovvero “Ogni singolo cameriere sembrava ricordare perfettamente gli ordini ancora da servire, dimenticandosene immediatamente dopo che erano stati serviti”.

Questo comportamento affascinò notevolmente la studiosa, la quale decise di elaborare una teoria per studiare questo fenomeno, e da questa teoria ideò un esperimento per confermare o smentire le sue conclusioni.

Una volta formato un gruppo consistente di volontari, la psicologa chiese loro si svolgere una ventina di compiti molto semplici, come risolvere dei puzzles, contare una determinata quantità di monete, risolvere problemi aritmetici, realizzare collanine e così via.

Mentre i partecipanti erano immersi nell’esecuzione di quei semplici compiti la dottoressa Zeigarnick scelse di far interrompere il compito ad alcuni partecipanti, replicando questa scelta per tutti i venti problemi, in modo tale che ogni partecipante fosse stato interrotto almeno una volta in un compito diverso dagli altri.

Al termine dell’esperimento la dottoressa chiese ai suoi partecipanti di compilare un questionario elencando le attività svolte.

Ogni singolo partecipante elencò come prima attività quella in cui era stato interrotto, e non tutti riuscirono a ricordare le altre 19 attività che avevano portato a compimento, un comportamento molto simile a quello dei camerieri nel ristorante viennese.

L’utilità di questo effetto tuttavia non si limita a svelarci il fatto che gli esseri umani tendono a ricordare più facilmente ciò che non è stato completato rispetto a ciò che è stato concluso, ma è presente in moltissimi ambiti della nostra vita, per esempio è molto usato nella televisione, soprattutto nelle serie tv.

Pensate ai finali degli episodi delle serie tv che, sebbene in molti casi siano autoconclusivi, nascondono una sotto trama che si sviluppa di episodio in episodio o finiscono in una situazione pericolosa per i protagonisti.

Questa assenza di una conclusione, questo “lasciar aperta una possibilità” è ciò che rende tanto appassionante e tanto semplice da ricordare una storia che si sviluppa anche in diversi anni, proprio in virtù di questo effetto Zeignarnick.

Se ci pensate lo stesso effetto si può ritrovare facilmente anche nel teatro o in tutte le storie più importanti che sono rimaste nell’identità collettiva delle persone. Prendiamo per esempio la tragedia “Romeo e Giulietta”: Shakespeare non scrisse solo questa tragedia, e non scrisse solo questa storia romantica. A detta degli appassionati delle sue opere vi sono molte storie più romantiche o più tragiche. Eppure “Romeo e Giulietta” è rimasto nell’immaginario popolare più di tante altre storie… come mai? Grazie all’ effetto Zeigarnick. Se gli esseri umani tendono a ricordare più facilmente ciò che non è stato completato rispetto a ciò che è stato concluso, il fatto che i due amanti siano morti in modo tanto ingiusto ha creato una vera e propria assenza del lieto fine tanto sperato, ed è stata proprio a causa di questa assenza che questa opera è rimasta più impressa di altre.

Oltre a ricordare più facilmente ciò che non è stato concluso, la grande utilità di questo effetto è che se iniziamo una attività, un progetto o una sfida, abbiamo una spinta maggiore a concludere questa attività rispetto a chi rimanda l’inizio.

Prendiamo l’attività “scrivere un libro”: che si tratti di un romanzo o di un saggio, di un libro lungo o corto, se iniziamo la scrittura di questo libro nonostante l’impegno possa essere lungo abbiamo effettivamente la possibilità di finirlo; se invece tendiamo a rimandare un progetto anche molto meno impegnativo, a furia di rimandare è probabile che l’entusiasmo verrà meno e di conseguenza anche il progetto in questione.

 

 

Perché è importante?

 

quando iniziamo una determinata attività siamo molto più propensi a portarla a termine, mentre chi rimanda l’inizio probabilmente non riuscirà a portare a termine il suo progetto.

Sono questi i motivi per cui scegliere volontariamente la gratificazione ritardata risulta essere la scelta vincente, nonostante il malessere iniziale e nonostante la tensione che ci accompagna a causa dell’effetto Zeigarnick.

Quindi, quando ci sentiamo svogliati, demotivati, quando le condizioni non sono perfette, iniziate comunque il vostro progetto, non importa se dovrete rimetterci mano mille volte o se in corso d’opera lo vorrete modificare completamente, l’importante è che iniziate e che siate costanti nel fare anche poco ma molto spesso, sarà l’effetto Zeigarnick a darvi la giusta spinta per raggiungere i vostri obiettivi.

 

 

I consigli dello psicologo

 

Il mio consiglio è quello di non sentirvi a disagio quando sentite la tensione di non aver concluso ciò che avevate iniziato, come ad esempio lo studio universitario, ma di usare quella spiacevole sensazione come sprone per inseguire il vostro obiettivo, sapendo che quando lo raggiungerete questo smetterà di pungolarvi.

 

 

Saluti e anticipazioni

 

Eccoci arrivati alla fine di questa puntata.

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Il prossimo episodio di “Niente-Paura” uscirà tra una settimana esatta, ma ora vorrei chiedervi una cosa… Perché siamo così influenzati dalle altre persone?

Lo scopriremo nella prossima puntata, A PRESTO!

 

 

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Disegni by: Giulia Gennaretti

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