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Come funziona l’ansia?

L'ansia non è una emozione, come la paura, ma è una forma di pensiero alimentata da specifici meccanismi. Solo imparando a conoscere questi meccanismi possiamo imparare a sconfiggerla!

Che cos’è l’ansia?

L’ansia non è una emozione, come invece molte persone credono. Il provare ansia non è paragonabile al provare la gioia o la paura, e la persona che si definisce “ansiosa”, o peggio, che dice di “soffrire d’ansia”, in realtà alimenta ed amplifica il suo malessere anche solo scegliendo male le parole che usa per descriversi.

“Soffrire d’ansia” infatti, fa pensare ad una specie di malattia o comunque ad uno stato negativo che ci è capitato. Non è equivalente ad un “soffrire di diabete” o “soffrire di cervicale” o altri malesseri. L’ansia è uno stato psichico di una persona ed è caratterizzata da una sensazione di intensa paura, ma non per un pericolo in atto (non si è ansiosi ad esempio se troviamo all’improvviso una tigre affamata sulla nostra strada), bensì, si è ansiosi perché ci immaginiamo di trovarci in pericolo e reagiamo come se lo fossimo. In parole povere quindi l’ansia è la paura di avere paura.

Ma perché siamo in ansia? Perché stiamo così male anche se non stiamo vivendo nell’immediato la situazione che ci provoca paura?

Il motivo per cui reagiamo in questo modo è dovuto alla cosiddetta reazione di “Attacco o Fuga” (dall’inglese Fight or Flight). Questa reazione (comune a tutti i mammiferi) è un meccanismo innato di salvaguardia della nostra specie dai pericoli. È chiamata così perché il nostro corpo in pochi istanti attiva tutte le funzioni neurovegetative necessarie per attaccare o fuggire (ad esempio un aumento dell’accelerazione cardiaca e del ritmo del respiro, aumento della tensione muscolare, aumento dell’attenzione e della vigilanza).

Oggigiorno è poco probabile uscire di casa e trovare una tigre affamata sulla nostra strada, ma nel passato i nostri antenati si sono ritrovati spesso in una situazione del genere, ed in quel caso la velocissima attivazione della reazione di “Attacco o Fuga” poteva fare la differenza tra la vita e la morte.

Ma perché questa reazione ci condiziona nella nostra vita quotidiana generalmente molto più sicura?

Perché il nostro corpo si è evoluto per poter rispondere il più velocemente possibile agli eventi esterni. Il corpo non può fare distinzioni tra un pericolo vero ed un qualcosa che ci spaventa (ad esempio il non passare un esame, il dover guidare nel traffico di una città che non conosciamo, o altro), per cui, ogni volta che siamo preoccupati per un qualunque tipo di “pericolo” il nostro corpo risponde predisponendoci per attaccare questo pericolo o per fuggire da esso.

Oltre alla reazione di attacco o fuga, un altro meccanismo che alimenta la nostra ansia viene chiamato “la profezia che si auto-avvera”.

Le profezie che si auto-avverano sono un insieme di credenze e di supposizioni che abbiamo su noi stessi (sia in positivo che in negativo) che influenzano la nostra vita ed il nostro futuro.

In pratica ciò che noi crediamo riguardo noi stessi influenzerà il nostro futuro.

Per esempio, se una persona pensa di non piacere agli altri (magari ai colleghi di lavoro), a causa di questa supposizione si comporterà in un modo ostile, antipatico, suscettibile e sospettoso, aspettandosi sempre di avere la conferma dei suoi sospetti. Nel frattempo i colleghi si stuferanno velocemente di questo atteggiamento, e cominceranno a provare proprio quel disprezzo e quell’antipatia che la persona si aspettava. Questa risposta costituirà per la persona la “prova” che le sue convinzioni di non piacere fossero fondate, e quindi si comporterà in modo sempre più ostile e suscettibile alimentando all’infinito questa dinamica.

Ma questo meccanismo cosa ha a che fare con l’ansia?

L’ansia funziona allo stesso modo. Più noi siamo in ansia a causa (ad esempio) di un esame o di un compito in classe, e più abbiamo paura di non farcela. Più questa paura è forte e più siamo paralizzati da questi pensieri di fallimento. Più siamo paralizzati nel rimuginare su tutto quello che può andare male e meno ci prepariamo alla prova. Meno ci prepariamo e meno cose sappiamo. Meno cose sappiamo e più è probabile che non passeremo la prova in questione.

Questo meccanismo psichico è senza dubbio in gran parte responsabile del malessere che proviamo per i nostri stati ansiosi… ma queste profezie che si auto-avverano non ci influenzano solo in modo negativo, ma anche in modo positivo.

Come?

Clicca qui per leggere l’articolo sull’effetto Placebo e sulle convinzioni

Foto by Pixabay

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