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Il potere delle nostre convinzioni

Le nostre convinzioni hanno il potere di farci raggiungere dei risultati incredibili o di spezzare il nostro spirito... scopri come!

Quanto sono importanti le nostre convinzioni?

Probabilmente molti di voi avranno sentito parlare dell’effetto Placebo in medicina, ovvero il fatto che in alcuni casi i medici facciano assumere ai pazienti delle sostanze prive di principi attivi specifici, ma che vengono descritte come se avessero veramente delle speciali proprietà curative. Se il paziente ha una forte fiducia nel medico (o se crede fortemente che un farmaco, magari molto pubblicizzato, sia effettivamente miracoloso), allora il suo corpo secernerà delle sostanze che aiuteranno il paziente a guarire.

Questo miglioramento è indotto solo dalle aspettative positive del paziente e da come il suo corpo reagisce (infatti un placebo può essere benissimo un qualcosa di totalmente innocuo, come acqua e zucchero).

Ciò che non tutti sanno però è che l’effetto placebo non fa ottenere risultati solo in medicina, ma anche in psicologia.

Un esperimento che lo dimostra fu eseguito da Rosenthal nel 1974.

Rosenthal eseguì il suo esperimento in una scuola elementare. Finse di somministrare un test di intelligenza alla classe e, dopo aver finto di estrapolare i dati da questo fantomatico test, informò le maestre del fatto che alcuni bambini (scelti totalmente a caso) erano più intelligenti della media mentre altri (anche questi scelti a caso) erano i meno intelligenti di tutta la classe. Alla fine dell’anno scolastico, Rosenthal ritornò nella scuola elementare e poté constatare che i bambini che erano stati definiti come “più intelligenti” avevano ottenuto voti migliori, mentre i bambini che erano stati definiti come “meno intelligenti” avevano ottenuto i voti peggiori.

Per poter escludere l’eventualità che, per puro caso, i bambini definiti come più intelligenti della media fossero effettivamente più intelligenti, Rosenthal eseguì l’anno successivo ad una nuova classe lo stesso esperimento, aggiungendo però anche un vero test di intelligenza. Questo nuovo esperimento confermò i risultati del precedente (ovvero i bambini che erano stati definiti come più intelligenti ottennero risultati migliori e i bambini che erano stati definiti come meno intelligenti ottennero risultati peggiori). Tuttavia, confrontando i risultati del test inventato con i risultati del vero test di intelligenza, Rosenthal notò come non c’era nessun collegamento tra questi due test. I bambini che, nel falso test, erano risultati più intelligenti della media, in realtà avevano una intelligenza normale; allo stesso modo i bambini che, nel falso test, avevano una intelligenza inferiore alla media, in realtà avevano una intelligenza normale.

Il motivo per cui i bambini avevano ottenuto i risultati che il falso test aveva preannunciato era stato il diverso atteggiamento degli insegnanti. Con i bambini definiti come “più intelligenti della media”, le insegnanti assunsero un atteggiamento più comprensivo di fronte ai loro errori e insistettero fino a fargli capire la materia; nel caso in cui un bambino non capiva la spiegazione, l’insegnante si dimostrò più pronta a spiegare le lezioni in modo diverso e più pronta ad investire tempo ed impegno nella formazione di quei bambini. Viceversa, con i bambini che, nel falso test risultavano “meno intelligenti della media”, le insegnanti diedero per scontato che quei bambini facevano errori per un loro limite cognitivo e non dedicarono loro lo stesso tempo ed impegno che invece dedicarono agli “intelligenti”. I bambini così appresero a vedersi come “poco intelligenti”, per cui non ci misero lo stesso impegno che ci mettevano i “molto intelligenti” (che invece erano gratificati dai complimenti delle insegnanti). Il risultato fu che, proprio per il principio delle profezie che si auto avverano, alla fine dell’anno si erano creati davvero i risultati preannunciati dal falso test.

 

Convinzioni ed effetto Rosenthal
Ecco come l’effetto Rosenthal modifica le nostre convinzioni

Ma in che modo questo effetto placebo (che Rosenthal chiamò “Effetto Pigmalione”) ci può essere utile nell’affrontare la nostra ansia?

In un modo molto semplice!

Le nostre credenze possono essere addestrate in modo da crearci da soli degli effetti Pigmalione, in modo da crearci da soli delle profezie che si auto – avverano che siano positive per noi.

Sebbene questo sia un tipo di lavoro che si fa con uno psicologo, ti insegno una tecnica semplice e pratica che potrà aiutarti ad ottenere già da solo dei primi risultati.

Quando sei in ansia, invece che comportarti come se le cose debbano andare necessariamente male, comportati come se debbano andare necessariamente bene.

Hai un esame da affrontare? Ogni giorno prima di questo esame immaginati di averlo superato. Come ti sentiresti? Come lo diresti ai tuoi genitori? Come festeggeresti?

Devi fare un colloquio di lavoro? Idem, immagina di averlo superato. Come ti sentiresti? Come lo diresti ai tuoi cari, alla tua fidanzata o fidanzato, agli amici? Come festeggeresti?

Questo vale anche per gli imprevisti nella tua vita quotidiana.

Hai perso un treno? Pensa a ciò che puoi fare mentre aspetti il successivo, ricompensati dell’attesa con una buona colazione al bar, guarda se in edicola c’è qualcosa che ti interessa, parla con gli altri pendolari, non puoi sapere se quel ritardo, che ora vivi come un disagio, non può invece portarti un qualcosa di positivo, come una nuova amicizia, una nuova relazione, la scoperta del piacere che provi assaggiando una nuova bevanda eccetera.

Un altro esempio? Anche se non succede niente, ogni giorno che ti alzi dal letto chiediti: “Cosa farei oggi di diverso sei avessi già superato ciò che mi crea ansia?”. Pensaci, e cerca di metterci più dettagli possibile quando ci pensi (immagina anche colori, sapori, odori, tutto ciò che puoi).

Gli esempi possono essere infiniti, ma resta un dato in comune, ovvero che cambiando l’atteggiamento mentale con quale affrontiamo la realtà, anche la nostra realtà migliora!

L’ansia quindi usa come “carburante” le nostre convinzioni, ma modificando le nostre convinzioni non solo possiamo far rimanere l’ansia “a secco”, ma, anzi, possiamo impiegare questa “benzina” per far sì che la nostra stessa vita diventi migliore.

Foto by Pixabay

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