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Effetto Rosenthal

 

Buongiorno a tutti, e benvenuti ad una nuova puntata del podcast di… Niente Paura!

 

Uno dei più grandi freni all’inizio di un nuovo impegno (come la scelta di intraprendere uno sport, un percorso di studi, un nuovo lavoro ecc) è la convinzione di non «essere portati».

Ciò è dovuto al fatto che a nessun essere umano piace vivere le sensazioni di incapacità e frustrazione

Questa riflessione vuole introdurre quindi un concetto molto importante ovvero:

Le nostre convinzioni sulla fattibilità o sulla non fattibilità di qualcosa sono alla base del nostro successo o del nostro fallimento. Più siamo convinti di non riuscire in un compito e più la pigrizia che proviamo è una forma di difesa istintiva nei riguardi dell’insuccesso, non un problema in sé.

 

Vediamo più in dettaglio questo aspetto:

 

 

L’argomento del giorno

 

Per affrontare meglio questo tema che vi ho anticipato nell’introduzione, vorrei parlarvi di un esperimento, ovvero l’esperimento dello psicologo Robert Rosenthal eseguito nel 1974.

 

Rosenthal eseguì il suo esperimento in una scuola elementare. Finse di somministrare un test di intelligenza alla classe e, dopo aver finto di estrapolare i dati da questo fantomatico test, informò le maestre del fatto che alcuni bambini (scelti totalmente a caso) erano più intelligenti della media mentre altri (anche questi scelti a caso) erano i meno intelligenti di tutta la classe. Alla fine dell’anno scolastico, Rosenthal ritornò nella scuola elementare e poté constatare che i bambini che erano stati definiti come “più intelligenti” avevano ottenuto voti migliori, mentre i bambini che erano stati definiti come “meno intelligenti” avevano ottenuto i voti peggiori.

Per poter escludere l’eventualità che, per puro caso, i bambini definiti come più intelligenti della media fossero effettivamente più intelligenti, Rosenthal eseguì l’anno successivo ad una nuova classe lo stesso esperimento, aggiungendo però anche un vero test di intelligenza. Questo nuovo esperimento confermò i risultati del precedente (ovvero i bambini che erano stati definiti come più intelligenti ottennero risultati migliori e i bambini che erano stati definiti come meno intelligenti ottennero risultati peggiori). Tuttavia, confrontando i risultati del test inventato con i risultati del vero test di intelligenza, Rosenthal notò come non c’era nessun collegamento tra questi due test. I bambini che, nel falso test, erano risultati più intelligenti della media, in realtà avevano una intelligenza normale; allo stesso modo i bambini che, nel falso test, avevano una intelligenza inferiore alla media, in realtà avevano una intelligenza normale.

Il motivo per cui i bambini avevano ottenuto i risultati che il falso test aveva preannunciato era stato il diverso atteggiamento degli insegnanti. Con i bambini definiti come “più intelligenti della media”, le insegnanti assunsero un atteggiamento più comprensivo di fronte ai loro errori e insistettero fino a fargli capire la materia; nel caso in cui un bambino non capiva la spiegazione, l’insegnante si dimostrò più pronta a spiegare le lezioni in modo diverso e più pronta ad investire tempo ed impegno nella formazione di quei bambini. Viceversa, con i bambini che, nel falso test risultavano “meno intelligenti della media”, le insegnanti diedero per scontato che quei bambini facevano errori per un loro limite cognitivo e non dedicarono loro lo stesso tempo ed impegno che invece dedicarono agli “intelligenti”. I bambini così appresero a vedersi come “poco intelligenti”, per cui non ci misero lo stesso impegno che ci mettevano i “molto intelligenti” (che invece erano gratificati dai complimenti delle insegnanti). Il risultato fu che, proprio per il principio delle profezie che si auto-avverano, alla fine dell’anno si erano creati davvero i risultati preannunciati dal falso test.

Questo effetto placebo (che Rosenthal chiamò “Effetto Pigmalione” in quanto era stato ispirato dall’omonima Commedia di George Bernard Shaw) è presente in moltissimi altri esempi della nostra vita quotidiana, come ad esempio nella gestione dell’ansia.

L’ansia è fortemente connessa alle nostre convinzioni e alle nostre doverizzazioni (i doveri che ci imponiamo da soli).

Le nostre convinzioni possono essere discusse, modificate, fino ad essere addestrate in modo da crearci da soli degli effetti Pigmalione, in questo modo è possibile crearsi da soli delle profezie che si auto–avverano che siano positive per noi, in sostituzione delle profezie che si auto–avverano di stampo negativo, al quale sentiamo di non poter fuggire e che per questo ci creano ansia.

 

Ad ogni modo, oltre a questo aspetto leggermente più complesso, l’esperimento di Rosenthal dimostra che l’opinione di chi giudica è talmente tanto importante per noi da riuscire a convincerci di essere (o non essere) capaci di qualcosa.

 

 

 

 

Perché è importante

 

Facciamo un esempio stupido: quanti, in Italia, affermano di non amare lo studio della matematica? Moltissimi. Eppure molte di queste persone, quando si trovano a capire e ad apprezzare la matematica non solo smettono di disprezzarla, ma anzi sviluppano una certa cultura ed interesse in merito. Altro esempio: quante sono le persone che si convincono di non poter studiare (a causa di esperienze fallimentari a scuola) o che si convincono di non essere portati per lo sport? Anche in questo caso, sono moltissime persone, eppure non sono né stupide né incapaci fisicamente; molte delle persone che si ritengono incapaci di studiare hanno una grande cultura in uno o più settori verso cui provano interesse.

Un discorso simile può estendersi verso chi, credendo di essere inadatto verso gli sport, scopre uno sport in cui si diverte ed inizia di conseguenza ad applicarsi con passione ed impegno.

 

Si potrebbero fare decine di esempi, ma per rimanere in tema si consiglia vivamente la lettura del libro “Diario di scuola” di Daniel Pennac, libro ispirato ad esperienze vissute dallo stesso scrittore nei suoi anni giovanili.

 

 

 

I consigli dello psicologo

 

Il mio primo consiglio è quello di trovare un luogo tranquillo, sedersi, rilassarsi e quando avrete la giusta serenità, scrivete su un quaderno o un diario tutto ciò che siete convinti di non saper fare o affrontare.

Una volta scritto ciò, per ogni elemento emerso impegnatevi per rievocare il momento in cui avete appreso di non essere in grado di fare quella determinata cosa e confrontatela con l’effetto Rosenthal di cui ho appena trattato.

 

Il secondo consiglio è quello di usare l’effetto Rosenthal a vostro vantaggio circondandovi di persone abbiano grandi aspettative su di voi e che credano nelle vostre potenzialità. Se non aveste a disposizione questo tipo di persone, potreste ottenere lo stesso risultato con professionisti di vario tipo. Ad esempio se siete convinti di non essere portati nello sport, andate in un centro con più discipline e fatevi guidare, sarà compito del vostro istruttore farvi appassionare allo sport che vi insegnerà, allo stesso modo per lo studio, se siete convinti di non essere bravi, cercate su Youtube i canali dei divulgatori scientifici più appassionati e prendete delle ripetizioni private, scoprirete quanto l’effetto Rosenthal abbia influito sulla vostra vita.

 

 

 

Saluti e anticipazioni

 

Eccoci arrivati alla fine di questa puntata.

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Il prossimo episodio di “Niente-Paura” uscirà tra una settimana esatta, ma ora vorrei chiedervi una cosa… Perché a volte è necessario lasciar andare?

Lo scopriremo nella prossima puntata, A PRESTO!

 

 

 

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Disegni by: Giulia Gennaretti

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