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Non fate l’errore di non fare errori

 

Buongiorno a tutti e benvenuti ad una nuova puntata del podcast di Niente Paura.

 

Oggi parleremo degli errori, una delle cose più temute in assoluto dalla maggior parte delle persone che ho incontrato. Ma perché è così spaventoso fare degli errori? Evitare di sbagliare è sempre un bene oppure può anche essere un rischio?

 

Scopriamolo insieme!

 

L’argomento del giorno

 

Perché gli errori ci fanno così tanta paura? Se ci soffermiamo a riflettere sul concetto degli errori, la maggior parte delle persone ne compiono ogni giorno o perlomeno ogni settimana, e la maggior parte di questi errori non ha delle conseguenze degne di nota o così terribili da diventare poi un qualcosa di cui avere paura.

Allora perché sono così tanto spaventosi per la maggior parte delle persone?

La risposta non può essere diretta, in quanto si devono tenere in considerazione diversi fattori, per questo è necessario analizzarli insieme per rispondere.

Il primo di questi fattori è il fattore biologico-ambientale.

Al livello genetico gli esseri umani moderni sono identici agli esseri umani delle prime civiltà e ancor prima dei primi villaggi e delle prime tribù.

Siamo “programmati” quindi (passatemi questo brutto termine) per vivere in un ambiente ostile come poteva essere la natura selvaggia e non addomesticata prima delle grandi società.

In quell’epoca quindi era di vitale importanza non commettere errori, perché il rischio concreto era quello di essere aggrediti da un predatore o di non avere abbastanza cibo o legname per sopravvivere all’inverno, solo per fare due esempi.

L’istinto di sopravvivenza quindi, l’imperativo biologico di salvaguardare noi stessi è stato determinante per farci sopravvivere in quell’ambiente ostile.

Il problema è che oggi giorno non viviamo in un ambiente ostile, per cui le stesse “istruzioni base” che ci hanno aiutato nella natura selvaggia rischiano di ritorcersi contro di noi nella civiltà. Pensiamo ad esempio all’impulso di evitare ciò che non ci piace o pensiamo all’ansia per interrogazioni ed esami che ci fa lo stesso effetto di un agguato di un predatore feroce.

Questa considerazione si collega direttamente al secondo fattore, ovvero il fattore sociale.

Nonostante tutti gli impulsi alla sopravvivenza, l’essere umano non avrebbe mai potuto sopravvivere e prosperare da solo, ma aveva bisogno di creare delle comunità per poter progredire e domare l’ambiente circostante.

Un essere umano da solo non poteva certo occuparsi, dell’agricoltura, della pastorizia, della pesca, della falegnameria, della ceramica, della muratura e della difesa militare, tanto per fare alcuni esempi, ma un clan, una comunità, raccoglieva in sé abbastanza individui da potersi occupare di tutte queste cose.

Grazie alla collaborazione quindi le civiltà hanno domato la natura e sono progredite diventando efficaci ed organizzate come gli ingranaggi di un orologio.

Ma che succede se uno degli ingranaggi di un orologio si inceppa?

Ovviamente rovina il funzionamento dell’intero meccanismo o può perfino danneggiarlo irrimediabilmente.

Sotto questo punto di vista quindi le prime civiltà si sono evolute stigmatizzando il concetto stesso di errore, perché sbagliare potenzialmente poteva mettere a rischio l’intera comunità.

Questo rischio tuttavia non è presente nella nostra civiltà. Se un agricoltore, ad esempio, sbaglia qualcosa nel suo lavoro e danneggia il suo raccolto, non affama un intero villaggio, perché siamo ormai così tanto interconnessi da poter supplire con il raccolto di altri agricoltori.

 

 

Perché è importante?

 

Abbiamo visto quindi come mai la maggior parte delle persone ha una grande paura degli errori, malgrado non ne abbia commessi talmente tanti e talmente tanto grandi da non giustificare questa paura.

Tuttavia, malgrado durante la nascita delle civiltà fosse prioritario evitare gli errori per la sopravvivenza della specie, nel corso del tempo gli errori sono divenuti sempre più accettabili, fino al punto di diventare gli artefici di alcune scoperte.

Ad esempio, grazie a degli errori è stato scoperto il microonde, i fuochi artificiali, i raggi x, il Velcro, la gomma vulcanizzata, la Coca-cola, la dinamite, l’anestesia, i Post-It, le patatine fritte, la Penicillina, i Cornflakes, il verderame ecc ecc.

Sbagliare quindi permette di percorrere nuovi sentieri e percorsi che abitualmente non verrebbero seguiti, e come conseguenza si hanno nuove strade. Riprendendo l’esempio dei mattoncini Lego che ho esposto durante la puntata dedicata alla Grinta, se un bambino ha a disposizione i soliti mattoncini può realizzare solo un determinato numero di costruzioni diverse, se invece gli si regalano nuovi mattoncini, di forme e dimensioni diverse, può realizzare ancor più costruzioni.

Per fare un altro esempio: se guidiamo sulle solite strade conosciute non scopriremo gli altri fantastici luoghi che possono essere raggiunti imboccando altre strade.

Se quindi la società tende al bisogno di sicurezze e tratta gli errori come un qualcosa di imprevedibile e rischioso, difficilmente la società evolve, e di conseguenza non è in grado di adattarsi ai cambiamenti che la vita impone ciclicamente.

Anche le persone funzionano allo stesso modo, ed è per questo che il rimanere all’interno di una zona di comfort non permette il raggiungimento di risultati e traguardi fuori dall’ordinario e l’adattamento agli imprevisti.

 

 

I consigli dello psicologo

 

Alla luce di queste considerazioni quindi, il mio consiglio può essere riassunto attraverso l’aforisma di Phil Knight, il creatore della Nike.

Le parole di questo aforisma sono “Fail Fast”, ovvero “sbrigati a sbagliare”.

Il mio consiglio quindi è di sperimentare il più possibile tutto ciò che potete e uscite abitualmente dalla vostra zona di comfort più che potete, in modo da allenarvi il più possibile sia nello sviluppo della vostra creatività (in quanto gli errori e la creatività sono strettamente correlati tra di loro come abbiamo visto attraverso l’esempio dei mattoncini lego) sia perché l’evitare di sbagliare non ci fa progredire, perché la creatività permette di sbloccare strade che altrimenti non potremmo conoscere.

Vi consiglio quindi di esporvi almeno una volta a settimana ad esperienze, azioni e conoscenze che sono fuori dalla vostra zona di comfort, in modo da fuggire dalla staticità e sconfiggere la paura di sbagliare diventando persone migliori attraverso il motto “Fail Fast”.

 

 

Saluti e anticipazioni

 

Eccoci arrivati alla fine di questa puntata.

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Il prossimo episodio di “Niente-Paura” uscirà tra una settimana esatta, ma ora vorrei chiedervi una cosa… come è possibile difendere i nostri diritti senza diventare ne troppo aggressivi e ne troppo passivi?

Lo scopriremo nella prossima puntata, A PRESTO!

 

 

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Disegni by: Giulia Gennaretti

 

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