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Famiglia allargata

Secondo una recente ricerca dell’Istat, in Italia ci sono circa mezzo milione di famiglie allargate o ricomposte. Con questo termine si intendono le coppie sposate o non sposate in cui almeno uno dei due coniugi ha avuto un matrimonio o una separazione alle spalle.

L’ovvia conseguenza è che all’interno di queste famiglie i figli, oltre ad avere i genitori biologici, hanno anche genitori acquisiti.

 

Purtroppo in molti casi non è facile, né per i figli né per gli adulti, trovare un equilibrio e creare una buona convivenza.

 

Oltre alle gelosie che i figli possono provare nei riguardi di eventuali fratellastri o sorellastre, ed oltre alle vendette e alle ripicche che alcuni ex coniugi si rivolgono, un altro elemento che complica la situazione è il ruolo dei nuovi partner dei genitori.

Questo ruolo è tanto difficile perché è una novità relativamente recente all’interno della nostra cultura, infatti fino a pochi decenni fa la figura del patrigno o della matrigna si intendeva il nuovo marito o la nuova moglie di un genitore rimasto vedovo, mentre oggi la stragrande maggioranza di queste figure è il nuovo compagno o compagna di un partner divorziato.

 

La differenza è enorme, perché nel caso di un lutto il nuovo genitore cerca a modo suo di rappresentare la paternità o maternità che è venuta a mancare in un sistema famiglia, mentre nel caso di un nuovo compagno di un partner divorziato cercare di sostituirsi al partner mancante o cercare di far leva su una facile (ma alla lunga controproducente) autorità (soprattutto se non coerente con i propri comportamenti) porta all’inevitabile frase “Non ti do retta, tu non sei mio padre/madre”.

 

Uno psicologo in questi casi può essere d’aiuto perché può accompagnare il nuovo sistema famiglia alla ricerca di un proprio equilibrio, con una maggiore coesione all’interno di questo sistema e una migliore armonia per tutta la famiglia allargata.

 

Foto by Shutterstock

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